Nel panorama della cultura contemporanea, filosofia e biologia hanno intrecciato un dialogo costante, in cui indagini, interrogativi e orientamenti di diversa ispirazione convergono nel tentativo di definire il “vivente”. Questo numero di «Paradosso» conferma l’esistenza di un ampio sfondo comune tra filosofia e biologia, dove è possibile distinguere temi e aspetti cruciali per entrambe le discipline: le urgenze e i rischi della biopolitica, gli incroci tra teorie biologiche ed economiche, l’influsso del pragmatismo americano sull’evoluzionismo, l’imprevedibilità del vivente evidenziata dalle analisi di Stephen Jay Gould. In questa ricostruzione, il pensiero di Darwin viene accostato ad autori come i pragmatisti d’oltreoceano Chauncey Wright, Peirce, James, ma anche all’approccio genealogico di Nietzsche e, poi, di Foucault. Riemergono così i tratti più originali di un evoluzionismo “nomade”, che prelude ad una teoria generale della complessità biologica: un progetto rimasto implicito nel programma di ricerca darwiniano e che si rivela antitetico ad ogni forma di riduzionismo scientifico, nel segno di una fondamentale unità tra vita e saperi della vita.
Paradosso. Rivista di filosofia, 2012/2
Forme della vita e statuti del vivente
Filosofia e biologia
Florinda Cambria ha conseguito il Dottorato di ricerca in Filosofia all’Università degli Studi di Milano. Ha insegnato all’Università di Milano-Bicocca (Ermeneutica filosofica) e all’Università degli Studi dell’Aquila (Filosofia ed epistemologia della complessità). Attualmente collabora con la cattedra di Ermeneutica filosofica dell’Università degli Studi di Milano. È membro della redazione di «Nóema - Rivista online di filosofia». Tra le sue pubblicazioni più recenti, i volumi: Far danzare l’anatomia (ETS, Pisa 2007), La materia della storia (ETS, Pisa, 2009); gli articoli: Tra organico e inorganico. Note sulla terza incompiuta sezione della Intelligibilità della storia («Bollettino studi sartriani», Biblink, Roma 2010), Metafisica e materia del vivente («Nuova Civiltà delle Macchine», 4/2011).