La dottrina medievale dei trascendentali, che trova un’organizzazione sistematica solo a partire dal XIII secolo, rappresenta un capitolo della filosofia medievale a lungo trascurato. Filippo il Cancelliere e Tommaso d’Aquino costituiscono, rispettivamente, il terminus a quo e il terminus a quem di una indagine che prende in esame la dottrina delle proprietà trascendentali dell’essere e i suoi significati – metafisico, teologico, epistemologico, antropologico, etico, estetico – rivelando la varietà e complessità dei piani coinvolti. Tale ricchezza testimonia la fecondità speculativa del XIII secolo, ma anche la capacità di pensatori come Filippo il Cancelliere, Alessandro di Hales, Bonaventura, Alberto Magno e Tommaso d’Aquino di riuscire a conciliare diverse tradizioni di pensiero e molteplici interessi disciplinari.
Le proprietà trascendentali dell’essere
nel XIII secolo
Genesi e significati della dottrina
presentazione di Italo Sciuto
Novella Varisco si è laureata in Filosofia presso l’Università degli Studi di Venezia nel 1997, con una tesi sulla ricezione medievale dell’unum argomentum di Anselmo d’Aosta. Dopo avere conseguito il dottorato, svolge attività di ricerca presso l’Università degli Studi di Verona e fa parte del CISE (Centro Interuniversitario per gli Studi sull’Etica) di Venezia. Si occupa principalmente di storia della filosofia medievale, con particolare riferimento alla metafisica e all’etica del XIII secolo.