Il Ghetto - Piazza Barche

Due luoghi tra loro eterogenei come due tasselli di un pavimento alla veneziana: il Ghetto e Piazza Barche. La storia del Ghetto in età contemporanea si apre con l’abbattimento dei portoni che limitano l’accesso al quartiere: siamo nel 1797, si innalza un albero della libertà, simbolo della Rivoluzione francese. Da qui una serie di vicende alterne, tra l’assedio austriaco e le guerre mondiali, che hanno fatto in modo che il Ghetto diventasse la “scena” dell’incontro e di una nuova solidarietà tra Venezia e la comunità ebraica. Anche se da circa centoventi anni il suo nome ufficiale è piazza XXVII Ottobre, nell’uso comune di Mestre e dintorni rimane la canonica dizione “Piazza Barche”, quasi ad evocare l’aspetto originario della piazza fino a metà Novecento, quando ancora il Salso portava nel centro di Mestre le imbarcazioni lagunari.

Simon Levis Sullam (1974), storico, è autore tra l’altro di Una comunità immaginata. Gli ebrei a Venezia, 1900-1938 (Milano 2001) e L’Archivio antiebraico: il linguaggio dell’antisemitismo moderno (Roma-Bari 2008). È uno dei curatori della Storia della Shoah (Torino 2005-2006).

Fabio Brusò (1960), di professione ferroviere, si è laureato in Storia presso l’Università di Venezia e fa parte dell’associazione storiAmestre. Ha pubblicato Piazza Barche. Mestre (1846-1932) (Verona, 2000) e collaborato ai volumi I forti di Mestre. Storia di un campo trincerato (Verona 1997), L’urbanistica del disprezzo. Campi rom e società italiana (Roma 1996), Registri delle memorie di S. Maria della Rana dal 1930 al 1960. Una fonte per la storia di Ca’ Emiliani a Marghera (Mestre 1997).

 

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