A settant’anni dalla sua inaugurazione ufficiale, la storia del rapporto tra il liceo “Franchetti” e Mestre sembra aver occupato un ruolo abbastanza marginale nella ricostruzione delle vicende che hanno contrassegnato la città di terraferma nel corso del Novecento. Questo profilo del liceo “Franchetti” ritrae generazioni di studenti e docenti, figure ed eventi significativi dagli anni del fascismo al dopoguerra, dalla contestazione studentesca al successivo lungo riflusso e poi fino agli anni Novanta, delineando nelle sue ultime pagine un “piccolo Pantheon” scolastico, ma rappresentando anche un contributo a una più ampia rilettura della storia di Mestre contemporanea. Un liceo classico – un Regio Ginnasio, per l’esattezza – esisteva a Mestre fin dal 1931, come sezione staccata del Regio Liceo Ginnasio “Marco Foscarini” di Venezia. In quel periodo la città di Mestre contava più di cinquantamila abitanti, ma non offriva ancora alcuna opportunità di studio dopo le scuole elementari, a parte qualche corso professionale. Furono le nuove rivendicazioni di autonomia della terraferma e una larga mobilitazione delle classi dirigenti locali a spingere verso la decisione di istituire la nuova scuola. Reso indipendente da Venezia nel 1935, il Liceo Classico “Franchetti” – intitolato al barone Raimondo Franchetti, viaggiatore ed esploratore in Africa e Asia, scomparso in quell’anno in circostanze non chiare – vedrà la sua data di nascita ufficiale solamente l’8 dicembre 1940, giorno in cui si inaugurò l’edificio dove la scuola risiede tuttora.
Il Liceo “Raimondo Franchetti”
Carlo Franco (Venezia 1961) è professore di ruolo dal 1987 al liceo “Franchetti” di Mestre. Ha insegnato a contratto Storia antica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia (1999-2006). Si è interessato di storia greca e romana, di storiografia antica, di tradizione classica nel mondo moderno. Ha pubblicato, tra l’altro, una traduzione commentata del “Romanzo di Alessandro” (Vita di Alessandro il Macedone, Palermo, Sellerio, 2001), una monografia su Elio Aristide e Smirne (Roma, Accademia dei Lincei, 2005), una sintesi su Intellettuali e potere nel mondo greco-romano (Roma, Carocci, 2006). Ha collaborato a Tacito, Opera Omnia, a cura di R. Oniga (Torino, Einaudi, 2003), traducendo e commentando i libri 3-5 delle Storie e i libri 11-12 degli Annali. Su Venezia ha scritto L’archeologia e l’immagine di Venezia tra XIX e XX secolo («Mélanges de l’École Française de Rome, Italie et Méditerranée», 113, 2001). Per questa collana ha pubblicato La libreria Toletta (2005).