Lo sradicamento delle popolazioni, l’abbandono di vaste aree coltivate, la scomparsa di conoscenze e tradizioni lavorative tramandate di generazione in generazione hanno creato un evidente distacco tra chi vive in un determinato territorio e il territorio stesso: mai come oggi risulta chiara la necessità di ripensare alle pratiche di tutela e valorizzazione del paesaggio, in una discussione che deve con urgenza rielaborare il presente in previsione di un futuro sempre più vicino. Con uno sguardo multiplo e multidisciplinare, necessario a intervenirein situazioni complesse, questo volume offre gli strumenti per comprendere come salvaguardare il nostro territorio. L’inestimabile patrimonio ambientale che ci circonda non si è evoluto esclusivamente attraverso azioni naturali, ma contiene la testimonianza della frequentazione e dell’attenzione umana. Le “diverse nature” del paesaggio d’acque, tipico non solo del Veneto, vengono qui descritte individuando quelle azioni necessarie ad attribuirgli un valore, per far crescere la sensibilizzazione e la responsabilità nei suoi confronti e per insegnare a salvaguardare un bene che è di tutti.Perché è necessario, come scrive Alberto Ferlenga nella sua introduzione, “ripristinare un equilibrio a rischio come quello tra culture, tecnologie, pratiche e territori i cui sbilanciamenti hanno come conseguenza disoccupazione, deterioramento, distacco, rischio, ma anche il progressivo venir meno di un bene comune costituito da una qualità ambientale costruita nel tempo".
Paesaggi delle acque
Un percorso formativo
Matelda Reho è professore ordinario presso l’Università Iuav di Venezia, dove insegna Politiche del paesaggio e dello spazio rurale e Politiche ambientali. È coordinatrice del Master europeo “Planning and Policies for City, Environment and Landscape”. I suoi attuali interessi di ricerca riguardano la costruzione di politiche per gli spazi dell’agricoltura (in campagna e in città), la valorizzazione della sua multifunzionalità, con particolare riferimento al paesaggio agrario e alla produzione di servizi ecosistemici.
Emanuel Lancerini, architetto e dottore di ricerca in Urbanistica, è assegnista di ricerca presso l’Università Iuav di Venezia. Mettendo in campo uno sguardo paesaggistico, utilizza la lentezza come chiave di lettura e interpretazione delle dinamiche co-evolutive tra i processi di globalizzazione e i rapporti che la società e gli individui intrattengono con lo spazio vissuto. In particolare, si occupa di elaborare visioni spaziali in progetti di trasformazione di territori ai margini delle dinamiche dominanti.
Filippo Magni, urbanista, dal 2011 è assegnista di ricerca e collaboratore alla didattica in Tecnica e pianificazione urbanistica presso il Dipartimento di Pianificazione e progettazione in ambienti complessi dell’Università Iuav di Venezia. Dottore di ricerca in Pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio, la sua ricerca si focalizza sull’approfondimento del rapporto tra sostenibilità, cambiamento climatico (adattamento e mitigazione) e strumenti di pianificazione territoriale.