L’ascolto che Heidegger dedica alla poesia, in particolare alla poesia di Hölderlin, non è una divagazione letteraria, né una sorta di abbandono del rigore argomentativo della filosofia. Al contrario, è proprio nel dialogo filosofico che egli istituisce con il “dire poetico” che possiamo trovare la misura essenziale per l’abitare dell’uomo su questa terra, per un ripensamento radicale del significato del suo spazio vitale, del suo ethos.
È proprio nel ripensamento radicale della propria finitudine che l’uomo, rivolto alla regione interiore del proprio cuore, è in grado di accogliere ancora in sé la dimensione costitutiva dell’amicizia. È insomma nel linguaggio che secondo Heidegger l’uomo può ritrovare la consapevolezza di una finitudine che non induce al ripiegamento, ma chiama al dialogo con l’altro da sé.
Il dono della filosofia
Martin Heidegger e l’abitare dell’uomo
Riccardo Panattoni insegna Filosofia morale presso il dipartimento di Filosofia dell’Università di Verona. Ha pubblicato vari saggi rivolti principalmente al pensiero contemporaneo di area francese e tedesca. Per le nostre edizioni ha tradotto J. Derrida, Otobiographies. L’insegnamento di Nietszche e la politica del nome proprio (1993), con E. Morandi ha curato il volume collettaneo L’esperienza di Dio. Filosofi e teologi a confronto (1996). È condirettore della rivista «Con-tratto».