Un rapporto di lunga data lega Giancarlo De Carlo allo Iuav, dove insegna per ventisette anni, dal 1955, chiamatovi da Giuseppe Samonà, al 1983, quando lascia Venezia per Genova. Un rapporto iniziato già qualche anno prima, nel 1949, quando vi conseguì la laurea in Architettura dopo quella in Ingegneria presa a Milano; di Venezia conservava un vivido e commovente ricordo di quando, ancora bambino, vi aveva accompagnato da Trieste il padre ingegnere navale per un sopralluogo all’Arsenale, e poi di quando, militare, da lì era partito per la guerra contro l’amatissima Grecia.
De Carlo arriva a Venezia quando Samonà stava chiamando ad insegnarvi gli architetti, gli urbanisti e gli storici della disciplina più impegnati nella battaglia per l’architettura moderna e più convinti della necessità di mettere il paese al passo con la cultura internazionale: architetti come Ignazio Gardella e Franco Albini, urbanisti come Giuseppe Piccinato e Giovanni Astengo, storici come Bruno Zevi, strutturisti come Franco Levi e Giulio Pizzetti; e ancora i veneziani Egle Trincanato, Carlo Scarpa, Daniele Calabi, Giuseppe Mazzariol e Mario Deluigi. Tutti impegnati nell’insegnamento e nella ricerca, ma anche, con altrettanto fervore, nella partecipazione alla vita culturale della Facoltà e della città.
Nel clima vibrante di quegli anni De Carlo è allo Iuav docente autorevole e impegnato: sia per l’originalità del suo insegnamento, nutrito dal riconoscimento dei suoi studenti, sia per le molteplici battaglie culturali da lui intraprese, come quella contro la separazione dell’insegnamento dell’urbanistica da quello dell’architettura. Ma è anche protagonista di innovative avventure culturali, alimentate dalle fruttuose e stimolanti frequentazioni internazionali e dalle iniziative che incessantemente avvia e alle quali fa attivamente partecipare i giovani che nel frattempo con lui si venivano formando: come quella dell’ILAUD, Laboratorio Internazionale di Architettura e Urbanistica (1997-2003), di «Spazio e Società», rivista internazionale di architettura (1976-2000), di “Struttura e Forma Urbana”, collana editoriale de Il Saggiatore (1967-1981).
Dopo il trasferiemento a Genova, De Carlo torna allo Iuav nel 1997 – portandovi l’ILAUD, che nel frattempo era stato a Urbino, Siena e San Marino – e vi resta fino al 2003, quando decide che anche quella straordinaria avventura è giunta al termine.
Lascia tuttavia a Venezia e ai suoi allievi di ogni parte del mondo – e ai suoi collaboratori, autori di alcuni dei saggi compresi in questo libro – i risultati di straordinarie introspezioni sulla città e di coraggiose sfide progettuali per il suo futuro.
Giancarlo De Carlo Ritorno a Venezia
Franco Mancuso – nato a Venezia, dove vive e lavora – ha studiato allo Iuav negli anni dell’arrivo di Giancarlo De Carlo, e a Venezia ha iniziato il proprio percorso accademico, insegnandovi fino al 2006.
Con De Carlo ha avuto l’occasione di fare da giovanissimo alcune straordinarie esperienze: a Urbino, quando era ancora studente, invitato insieme a un gruppo di colleghi a svolgere le indagini sulle abitazioni del Centro Storico per il Piano Regolatore, e, appena laureato, ad approfondire il tema del Piano Particolareggiato di Lavagine (e subito dopo del Piano Urbanistico di Sarzana).
Con De Carlo ha partecipato a non poche delle peripezie culturali da lui avviate durante l’intensa stagione veneziana: dall’ILAUD, in quasi tutti i suoi laboratori, da Urbino a Siena, a San Marino e a Venezia; a «Spazio e Società», dove pubblica articoli, saggi e corrispondenze, nonché suoi progetti; alla collana “Struttura e Forma Urbana” del Saggiatore, con la cura di Strutture per una residenza alternativa di N.J Habraken nel 1973, e la pubblicazione, sollecitata dallo stesso De Carlo, di un suo libro, Le vicende dello zoning, edito nel 1978.
Oltre che a Venezia, Franco Mancuso ha insegnato all’EPAU di Algeri (dal 1981 al 1985), alla Kwansei Gakuin University di Sanda (Giappone, nel 2011 e 2014) e, a più riprese, al Master Erasmus Mundus TPTI dell’Università di Padova, tenendo seminari e lezioni in molte città europee ed extraeuropee.
Con il suo studio di Venezia – avviato insieme a Stella Serena, sua moglie – ha redatto per la città i progetti (poi realizzati) di due strutture abitative e di servizio per residenti anziani (nell’ex monastero di San Lorenzo a Castello e nell’ex orfanotrofio di San Giovanni alla Giudecca) e il progetto per il Padiglione della Corea ai Giardini della Biennale (con l’architetto coreano Seok Chul Kim).
Per la sua città, la sua storia, la sua identità, le sue qualità ha scritto Venezia è una città, edito nel 2009 e riedito nel 2016.