Pubblicare una raccolta di saggi significa ricostruire un percorso di ricerca e ricomporre tessere sparse, maggiori e minori, in un disegno unitario e coerente. Un percorso e un disegno che vengono alla luce nei testi qui proposti, in cui l’autrice si accosta e si addentra nella letteratura veneta contemporanea, rendendosi testimone delle esperienze culturali di una regione fervida, vissuta nella ricchezza e nella particolarità della sua storia. Accade così che, collocate una accanto all’altra, le opere degli scrittori considerati rivelino sorprendenti affinità ascrivibili essenzialmente alla loro appartenenza alla terra veneta, una terra di frontiera impregnata di lavoro, memorie, pensieri; una terra che si muove, vive e invecchia, subisce il fluire del tempo generazionale, ma resta contrassegnata da un vincolo indissolubile tra presente e passato.
Il sillabario nomade di luoghi policromi dalle caratteristiche familiari, che incontriamo in questi scritti, avvalora la sensazione che poche altre regioni in Italia possono vantare, come il Veneto, un legame persistente e vivo dei suoi abitanti con la terra d’origine, vissuta come teatro naturale, radice interiore, appartenenza propria, punto di partenza, di fuga e/o ritorno, luogo amato o ripudiato, ma cui si può restare abbracciati con rabbia o nostalgia, anche senza confessarlo, nella consapevolezza che la “terra in tasca” costituisce un patrimonio depositato e stratificato di valori.
La terra veneta, dunque, al centro dei testi di Saveria Chemotti, tessere sparse appunto, ricomposte nell’unità di una compattezza di metodo e coerenza di interessi che permette un ritratto efficace del Veneto novecentesco, nell’unitarietà delle sue esperienze letterarie.
La terra in tasca
Esperienze di scrittura nel Veneto contemporaneo
postfazione di Giorgio Pullini
Saveria Chemotti (Lasino, Trento) insegna Letteratura italiana moderna e contemporanea presso il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Padova. Ha pubblicato numerosi saggi su autori e temi otto-novecenteschi. È condirettore di «Studi Novecenteschi», rivista di storia della letteratura italiana contemporanea. Il suo libro precedente, Il «limes» e la casa degli specchi. La nuova narrativa veneta (Il Poligrafo, 1999), era dedicato alla nuova narrativa veneta.